Giochi di prestigio e di inchiostro

Al di là di quello che sarà il risultato finale, devo ammettere che in tutto questo tempo la Creatura ha avuto se non altro il merito di insegnarmi molte cose. Molte cose sullo scrivere e sul mio modo di scrivere, e anche sulla mia visione del mondo e su me stessa.
C’erano cose che riguardavano la magia dello scrivere sapevo per “sentito dire” e non ero nemmeno sicura che fossero vere, e invece ho scoperto che non solo sono vere, ma sono anchedavvero magiche.
Ritornare a lavoro sulla Creatura è stato anche meglio di quanto mi aspettassi, nonostante il Secondo Racconto mi fa cadere le braccia ogni volta che ci penso (ma ci stiamo lavorando…). E poi è successa una cosa…
C’è un certo filo rosso che lega i racconti, una cosa avvenuta in un passato remoto rispetto al tempo della storia con la quale di fatto i personaggi e la loro storia non c’entrano molto, fino a quando qualcuno non decide di trascinarceli quasi per caso.
L’altro giorno ho pensato: e se quel tale personaggio fosse in realtà qualcun altro, collegato a quella cosa del passato non solo per caso o per volontà di altri? Lo ammetto, mi sono sentita molto orgogliosa di questa idea per tutte le implicazioni che avrebbe all’interno della trama, mi è piaciuta tanto la cosa, e alla fine mi sono detta: “Ok, ora però c’è da sistemare le cose affinché questo particolare si inserisca nella trama…”, poi ci ho pensato meglio e mi sono accorta che no, non c’è proprio niente da sistemare, che è tutto già come deve essere affinché quel personaggio sia chi e cosa deve essere. Dei particolari che a me sembravano solo particolari che avevo inserito a beneficio del senso di veridicità non sono più particolari, sono indizi sull’identità del personaggio…
In altre parole, la mia idea era già nella storia ancora prima che io la pensassi. Se non è magia questa…