Annotazioni da scribacchina angosciata

Questo per me è un momento no, uno di quei momenti in cui ci si guarda attorno e si pensa: “Ehi, dov'è il senso di tutta questa roba?! Era qui fino a un attimo fa, dannazione!”. Ma si da il caso che è anche un momento in cui ho abbastanza voglia di scrivere e, in questa settimana, anche abbastanza tempo per farlo (non tutto quello che vorrei, ma penso che per noi scribacchini il tempo non basti mai davvero). Ora io non so se assecondare di più la penna o il malumore, perché sinceramente non so quanto possa essere costruttivo mettere mano alla riscrittura del secondo racconto con lo status mentis e la demoralizzazione che mi ritrovo in questi giorni. Perché, diciamolo, il secondo racconto, alias “la Creatura – Parte Seconda”, è già demoralizzante di per sé.

Facciamo un po' il punto della situazione. E perdonate i paroloni altisonanti, è giusto per dare al post una parvenza di comprensibilità.

Come ho detto più volte, il primo racconto è una storia molto “lineare” che serve solo per introdurre i personaggi e le situazioni che si svilupperanno nella Saga. C'è solo Alex, quello che succede riguarda lei e lei soltanto e questo, insieme al fatto che la trama è abbastanza semplicistica, ha reso il tutto molto gestibile per me. Ed è anche il motivo per cui il racconto è parecchio breve, se fosse durato mezza pagina in più sarebbe stato noioso (già c'è da sperare che non lo sia così com'è).
Il secondo racconto è tutt'altra storia. Essendo tutto in prima persona ovviamente c'è sempre “molta Alex”, ma quello che succede non riguarda più solo lei, anzi non la riguarda che di riflesso, nel senso che riguarda i personaggi a cui lei si ritrova legata per ciò che succede nel primo racconto, ma il suo coinvolgimento nei fatti è più un coinvolgimento “emotivo” che non un coinvolgimento pratico, quello che succede non succede a lei, succede attorno a lei e lei lo subisce, in un certo senso. E questa è già una prima difficoltà se si pensa che, per l'appunto, il racconto è in prima persona e attraverso lo sguardo di Alex devono essere filtrati non solo i comportamenti, ma anche i sentimenti degli altri personaggi e sono sentimenti abbastanza complicati…  
Questo presuppone anche una resa, il più efficace possibile, della natura dei rapporti e dei legami che la mia rossa donzella (sì, ha i capelli rossi nel caso non si sapesse) instaura con gli altri personaggi, con il Coprotagonista1 in particolare… anche con il Coprotagonista2, certo, ma quel legame verrà poi approfondito nel terzo racconto e per adesso non ci interessa né interessa alla storia. Altra questione spinosa… ma qui ci dovevo pensare prima, prima di inventarmi un Coprotagonista1 così ingestibile (la mia amica che si è sorbita la Creatura per intero ne è rimasta affascinata, io lo amoH, ma credetemi, è odioso forte!).
E, oltre a questo, ci sono un bel po' di questioni difficili da affrontare in sé per sé. Innanzitutto, le questioni che hanno a che fare con gli elementi di fantasia (trattasi di magia in questo caso), dei quali deve essere spiegato il perché e il percome, ed è un perché e un percome che solo adesso sono riuscita appena appena ad inquadrare. In secondo luogo c'è la questione “morale” della trama, del buono che non è del tutto buono e del cattivo che non è del tutto cattivo, e di come la prenderà Alex quando ne dovrà prendere atto.
Ah, e poi mi sto rendendo conto che i nomi dei personaggi che entrano in scena nel secondo racconto fanno tutti schifo!     

E dire che quando ero ragazzina mia zia provò a insegnarmi a ricamare e a lavorare a uncinetto… forse era meglio se mi concentravo su quello!

Attimi di disturbo bipolare scrittorio

Avevo scritto un post in cui facevo un lungo amarcord su questo anno e mezzo di lavoro sulla Creatura ma poi l'ho cancellato. Sto diventando monotematica ultimamente, ma non preoccupatevi, questo è l'ultimo post prima di Pasqua (anche se mi farò sentire di certo per gli auguri perché anche quest'anno il Maestro si è prestato per la cartolina della festa).

Tanto lo so che, dipendesse da me, il romanzo non sarà mai pronto, sono troppo inesperta per scrivere una storia senza difetti… tutti i romanzi, anche quelli dei più grandi scrittori, hanno dei difetti, direte voi… ed è vero, ma la Creatura ha difetti “oggettivi”, difetti che nascono dai miei limiti sulla capacità di raccontare… e parlo di raccontare, non di scrivere.
E, direte giustamente voi, tutti i giovani scrittori alle prime armi sono stati inesperti, è normale. Certo, ma c'è sempre qualcuno che riesce a dimostrarsi meno inesperto di altri, ed è questo che fa la differenza. E sapete perché so di essere inesperta anche peggio di tutti i miei coetanei? Perché miglioro… è paradossale lo so, ma la rapidità con è cambiato (in meglio, e di questo sono contenta) il mio modo di scrivere nell'ultimo anno, è la prova che c'è ancora molto molto da fare. Non voglio essere “perfetta”, è un aggettivo stupido, però vorrei essere “stabile”, questo sì, essere sicura che questo è il mio punto di massima capacità e riuscire ad adeguarmici… ma la situazione si presenta irrisolvibile.
Però se ci ho speso tanto tempo e tanta fatica è perché penso che lo sgorbietto in fin dei conti valga qualcosa, se non altro perché i personaggi e la storia ce li abbiamo.
Il fatto che io pensi che valga qualcosa non vuol dire che penso già a cose tipo pubblicazione e conseguenze varie (ci penso nel senso che le sogno, nel senso che sì, mi piacerebbero, ma in quanto ad essere convinta di imboccare quella strada, beh è un altro paio di maniche) perché ho bisogno di  qualche parere… ma per avere un qualche parere devo:
a) completare la seconda stesura
b) trovare il coraggio di far leggere la Creatura a qualcuno che non sia un amicoparente
In quanto al qualcuno, ebbene sì, ce l'abbiamo… è tutto il resto che manca.

Comunque sia, le scempiaggini scritte in questo post non devono portarvi fuori strada: sono molto contenta di come sta procedendo la riscrittura. Sono contentissima della piccola grande novità che ho introdotto nel primo racconto (che è diventato “La Creatura – parte prima”… mentre il secondo, com'è prevedibile, è “La Creatura – parte seconda”… con intermezzo a fare da anello di congiunzione narrativa tra le due parti), e sono ancora più contenta perché ieri sera ho visto la luce in fondo al tunnel: ho un'idea per il secondo racconto, cioè per come sistemare la macro-falla che ancora non ero riuscita a chiudere e che mi stavo quasi convincendo di tenere aperta…
Ora, per vedere se l'idea chiude definitivamente la falla dobbiamo aspettare ancora parecchi capitoli, ma fino all'altro ieri pensavo che quel secondo racconto fosse irredimibile!
Altra buona notizia: ho un titolo!  Anzi IL titolo. Niente di sensazionale, semplicemente ho deciso che no,non c'è bisogno di avere il titolone per la saga, basta dare un titolo decente a ogni "puntata". 

Quando il Maestro si da ai murales…

Ieri ho fatto il cambio di stagione, e la mia buona volontà si è estesa dall'armadio al mobile del ciarpame, per cui è stato un lungo sistemare, disporre, svuotare scatole e mensole e riempire sacchi della spazzatura di cose vecchie. Il coraggio di buttare a me viene una volta all'anno, sono di quelli che conservano anche i biglietti del cinema… ora ho dolori muscolari sparsi e la schiena che si rifiuta di muoversi. Avevo un planning di cose da fare prima di Pasqua e sono in ritardo di un giorno sulla mia ipotetica tabella di marcia. Il Maestro, opportunamente autoelettosi mio personale Grillo Parlante, ha scritto con la vernice spray rosa sopra al muro le seguenti parole: TRE NUOVI TESTI DEL DOCUMENTARIO DA EDITARE.
Ieri sera ho messo mano al quinto capitolo, l'ho quasi finito. Funziona.
Datemi cinque minuti di autoesaltazione, poi torno alla mia normale schizofrenia creativa in cui mi abbandono a cupi momenti di “questa roba fa schifo, ma chi me lo fa fare?!”.
Funziona, dicevo, finalmente è come dico io, come deve essere. Ho sacrificato molto il mio amato Coprotagonista1 che, nella mia testa, all'inizio di questa avventura doveva risultare vagamente più amabile, affabile e presentabile. Ho sacrificato molto della sua amabilità in nome della trama, e ho sacrificato anche molto del rapporto “civile” tra lui e Alex, ma va bene così.
Non so come risulterà questo quinto capitolo agli occhi di un eventuale lettore, ho di nuovo avuto a che fare con qualcosa che non conosco. La morte in una storia di fantasia mi fa sentire sempre un po' strana, come un bambino che gioca con le posate… anche perché, parliamoci chiaro, conoscere la morte è una cosa che (fortunatamente) non capita a molti. Conosciamo la perdita, ma la morte è un'altra cosa…
Ci ho provato. Ci ha provato Alex, almeno… ecco, questo è uno dei momenti in cui ho delegato al personaggio, per la serie: le infinite cose che si possono fare quando si scrive in prima persona (sì, sì, lo dicono un sacco di scrittori fighi che scrivere in prima persona è da pivelli incapaci).  
Se oggi riuscissi a mettere giù il sesto e il settimo capitolo, i due più noiosi di tutta la storia, mi sentirei assai assai contenta… il Maestro ora sta disegnando grossi cerchi con la vernice giallo vomito attorno alla scritta rosa… già…
Che poi, ora che ci penso, il settimo capitolo non è mica tanto noioso: fa la sua comparsa il mio preferito tra i personaggi secondari.
Il Maestro mi ha appena posato sulla scrivania una busta con il suo allegro sigillo di ceralacca a forma di teschio… dentro c'è la lista della spesa. Secondo voi, perché il mio adorato musO sta facendo il nodo scorsoio alla funicella della tenda? 0.0
Comunque sia, sto già pensnado alla seconda parte della Creatura (dal decimo capitolo in poi), quello che in origine era il secondo racconto. Quello che fa schiferrimo e mi fa veramente cadere le braccia… e altro che riscrittura, lì ci vorrebbe un miracolo!
Forse da donna innamorata dovevo darmi alle storie d'amore, almeno lì si può far finta di sapere tutto.

Programmi…

Ieri avevo un programma: scrivere il quinto capitolo. Smorziamo subito la tensione narrativa di questo che si profila essere un brillante post, e diciamo subito che non l'ho fatto.
Ho detto scrivere e non riscrivere perché è arrivata l'idea. Un piccolo fatto in più da raccontare, un personaggio nuovo che sopravvive poco nella storia, ma che mi sistema un bel po' di cose, mette il punto ad una cosa che mi è sempre sembrata un po' troppo in sospeso nella trama e da ad Alex una motivazione più forte e più valida per fare quello che deve fare.
Giovedì mattina avevo un programma: finire i nove capitoli della prima parte della Creatura entro Pasqua, siamo a quattro, ne mancano cinque. Finirli prima di venerdì in realtà, giorno destinato all'arrivo delle Invasioni Romane, la calata (la salita a dire vero) dei nostri amici di Roma per Pasqua, l'evento dell'anno, tre pacchi di felicità in casa mia. Al riguardo, mio padre, ora che ha stilato la più minuziosa lista della spesa che la storia dell'economia domestica ricordi, che ha comprato una quantità sproposita di agnello e che ha pregato tutti i santi e divinità assortite perchè il lunedì di Pasquetta non piova, sembra aver ritrovato la calma interiore… non che in condizioni normali sia esattamente l'immagine dello zen, comunque.
Fa paurissima in realtà… rivedere persone con cui ti sei sempre tenuta in contatto, alle quali vuoi un immenso e immutato bene dell'anima, ma che non vedi da tre anni (almeno io, i miei li vanno a trovare quasi ogni volta quando vanno a Napoli). Fa paurissima perché tu non sei più la stessa e sai che il tempo non è passato solo per te.
Oggi ho un programma: tentare di scrivere il quinto capitolo. E il tentare non si riferisce alla buona volontà o all'ispirazione a intermittenza, ma al fatto che quando c'è mio nonno in casa mia c'è sempre troppo rumore (ma non importa). E magari fare anche un altro paio di cosine. Lo stato mentale è di una persona che si sente in sospeso, né bello né brutto.
Voglio una moleskine nuova.
Voglio una giornata di 48 ore.
Voglio reincarnarmi in uno strumento musicale.

Well, dopo questo ciarpame comunicativo, aggiungo che mi sono messa a leggere Licia Troisi e che finalmente ho ordinato un certo libro che volevo leggere da tempo (poi vi farò sapere, ma prima vi farò sapere di Sopdet, ho idea. Finisco di metabolizzare e poi vi dico), ci deve essere un motivo per cui il mio libraio quando mi vede entrare in negozio, o quando semplicemente mi incrocia per le vie del paese, allarga un sorriso da un orecchio all'altro e fa una faccia tipo: $___$. Finalmente questo fine settimana è arrivato, e io non vedo l'ora che passi, anzi non vedo l'ora che sia la settimana nuova… no, ok, facciamo direttamente mercoledì, perchè per l'inizio della prossima settimana sono messa in questo modo: Redazione del giornale al mattino presto + cambio-di-stagione al lunedì, sboinamento-nuove-interviste+ pulizie-di-primavera al martedì.
Buon fine settimana e buona sopravvivenza, Blog ^^

PS delle 15:30… per festeggiare il primo compleanno del blog ho pensato a un restyling XD quello di prima era troppo "serioso", e poi volevo un template dove la larghezza dello spazio dei post mi consentisse di postare video da youtube.
Riguardo al branzino nell'oceano… non chiedete, non volete saperlo davvero…

Postumi di una notte da horror…

Io potrei anche sorvolare sul fatto che ho avuto tanti incubi stanotte… che poi non erano proprio incubi, erano sogni sgradevoli. Potrei anche sorvolare, dicevo, però lo stereo che si accende da solo alle quattro del mattino e ti fa ritrovare accucciata sotto le coperte a guardare con occhi sbarrati il display illuminato è un'esperienza che dovreste provare!
Stamattina ho poi appurato che il tasto di accensione fa falso contatto e se non lo spingi più volte lo stereo è come se rimanesse acceso per metà quindi basta poco che si accende da solo. Stasera prima di andare a letto stacco la spina, così ci evitiamo un infarto.
Ho il mal di gola del secolo, mi sta venendo un raffreddore epocale e mi sento tanto tanto lagnosa (e la cosa è acuita dal fatto che ho dormito male). Beato chi non mi deve sopportare!
Stamattina, mentre andavo a far spesa, cercavo di pensare alle cose belle. Il concerto di Guccini della prossima settimana, ad esempio… i concerti per me sono una specie di dipendenza e l'ultimo che ho visto risale al 4 di settembre. Male, malissimo. Altra cosa bella è il libro che sto leggendo, Sopdet di Lara Manni, ma aspetto di finirlo per pronunciarmi. Terza cosa bella (ma prima in ordine di importanza, direi) è che al Socio è stata annunciata la quasi certezza di un contratto a tempo indeterminato… e lui sta ponderando di prendere una macchina nuova… ergo Shannon, la sua macchina attuale, potrebbe passare a me. Altra cosa bella è la Pupattola, o il Mostriciattolo, la storia nuova insomma… da scriversi quando mi sale la voglia di cestinare la Creatura, così mi accorgo che posso fare di peggio e la voglia di cestinare lo sgorbio mi passa.
Scrivo. E sono contenta.
Ho visto che l'auto imposizione “adesso mi siedo qui per almeno mezz'ora e scrivo almeno una pagina!” funziona, perché una volta che ingrani con la prima pagina, anche se ci metti più di mezz'ora perché la stai cavando fuori dalle orecchie e non sai nemmeno tu come, poi le altre vengono di conseguenza… tipo parto, una volta passata la testa poi il resto viene da sé (che paragone del ozzac, lo so). Così facendo abbiamo risolto la questione terzo capitolo… che è venuto proprio come io volevo che venisse… cioè, non è finito, manca tutta la seconda parte in cui tecnicamente si scoprono le carte e la storia decolla, ma in confronto ai paragrafi di apertura, che nella mente dell'autrice dovrebbero essere almeno un po' paurosi, tutto quello che viene ora (e che oggi scriverò, dovesse cascare il mondo) è una sciocchezza.
Ultima cosa: l'intervista di ieri… all'intervistatrice e ai registi è piaciuta. L'intervistata avrebbe preferito scoprire che dopo due anni l'idea della diretta non le fa più paura, ma così non è stato.
Ti lascio l'augurio di un buon week-end Blog, io domani emigro dal Socio (in queste micro prove di convivenza prima poi ci scappa il morto, me lo sento…) e torno domenica sera dopo (forse) un bel meeting di gente letterofila e scritturofila per la visita a un luogo culturofilo costruito dal marito della meravigliosa donna che ha accettato di dedicare un po' del suo tempo di editor al mio marmocchio.
Enjoy!  
 

Buona vita…

Post da “stato di grazia scrittoria”
Cinguettio di merli e pettirossi e prurito da allergia stagionale malgrado la pioggia. Futuri gonfi come mongolfiere fluttuano goffi davanti alla mia finestra.
Il mondo fuori non è mai stato così lontano e così raggiungibile.
Mischio puntate di un telefilm a sfondo ospedaliero (che non fa bene alla mia ipocondria) a vecchi cartoni Disney, pondero quanto sia malsano comprare i biglietti per il concerto di Ligabue al Campovolo, mangio in maniera del tutto sballata, penso che voglio iscrivermi a un GDR, parlo sul mio diario di quanto avrei bisogno di un po' di disciplina, sbobino interviste e scrivo, parecchio.

Fascino della seconda stesura… ne avevo sentito parlare, ma non ci avevo mai creduto. Non direi che è divertente, direi piuttosto che è… toccante. Ripercorri la strada fatta e ti ricordi di tutto quello che hai incontrato, anche di cose che avevi dimenticato: sono pezzetti di anima tirati a lucido, perché a prescindere dal risultato, ci hai messo l'anima, e quel po' di riserve che ti sei tenuta ora le metti in gioco. Qualcosa si perde, qualcosa si guadagna.  
Ti chiedi cosa stai facendo una riga si e una no, però vai avanti.
Ridi di te stessa e delle tue paranoie, ma ti fai venire male alle braccia a forza di spingerle via.

Il numero 3 deve portarmi sfiga. Il terzo capitolo del primo racconto è un mezzo macello. Andava bene eh, ma valla a descrivere la paura!
Mi viene in mente una cosa che disse una volta Neil Gaiman, che un romanzo deve essere una cosa finita e che non è il punto di conclusione all'ultimo capitolo che lo rende tale.
Finirlo… ci vuole un enorme sforzo per guardare oltre quel punto di conclusione e cercare tutto il resto, specie quando si è quel genere di persone che non sopporta il tempo che passa, specie quando le giornate si colmano di “devo…”.
Però è una buona vita, tutto sommato, io e quella storia con la mia anima in comodato d'uso. E il mondo che bussa alla porta e io che in giornate come questa gli alzo contro il dito medio.

E corre corre corre la locomotiva…

Citazione gucciniana oggi, che sto orchestrando di andare ad un suo concerto, ma non so se ce la farò.
Fa un rumore di pazzi 'sta locomotiva.
Ho rimesso mano alla Creatura. Ritrovare Alex&Co. è sempre bellissimo… rilascia endorfine e mette buon umore. Sto persino riuscendo a farmi piacere l'idea di una seconda stesura.
Pensavo davvero che con tutte le correzioni e tutti i lavori di taglio e cucito non servisse, e invece serve, altroché se serve! Me ne sono accorta quando ho provato a fare un esperimento: ho riscritto il prologo e mi sono resa conto che ora sì che si capisce quella specie di giochino di equivoci che da il LA alla storia. Oh, sia chiaro in quelle 180 pagine c'è il meglio che potevo fare, ma è il meglio di un anno fa. In un anno sono cambiata io, è cambiato il mio modo di scrivere e il dislivello che c'è tra i primi due racconti e il terzo è troppo troppo alto.
Ma devo ancora decidere. Una riscrittura è un sacrificio e devo scegliere cosa sacrificare: se la spontaneità della prima versione (che è comunque un elemento importantissimo per una storia scritta in prima persona) o le migliori espressive e stilistiche che verrebbero fuori da una seconda stesura.
E la locomotiva corre, sbuffa fumo e mastica rotaie.
La mia occupazione principale per le prossime settimane sarà sbobinare interviste. Sto collaborando alla realizzazione di un documentario su un artista reggiano. Sguazzo nel mio sugo insomma… è bello scoprire che l'università che stai quasi per odiare alla fine ti ha davvero dato le competenze per fare ciò che ti piace.
E la locomotiva travolge le sbarre dei passaggi a livello, va per la sua strada.
Sabato 26 marzo devo recitare. Una lettura di Cechov a più voci per un'iniziativa culturale sulla riscoperta di autori e opere letteraria di spessore. Una confessione: pensavo che sarebbe stata una cosa molto in piccolo, io ho il panico da pubblico e una storica avversione dei microfoni (no, non è un errore di battitura, non sono io ad essere avversa ai microfoni, sono loro ad essere avversi a me! Brutto affare col lavoro che faccio!)… ma dalla regia mi dicono che a quei reading lì c'è sempre la sala piena, il che probabilmente vorrà dire che morirò (o per un'occlusione alle vie respiratorie indotta dal panico o  perché mi esploderà il microfono tra le mani).
Domenica mattina ho le prove, il testo mi è stato dato ieri… sono più di trenta pagine e non so quando avrò tempo di guardarlo.
Fermate la locomotiva, voglio scendere! Anzi… no, non voglio…  

In viaggio verso le Highlands…

(… se, magari!!!)

Avviso: sto tornando a lavoro sulla Creatura. Preparate i fucili con le cartucce soporifere per abbattermi prima che riempia il blog di post noiosi e delirevoli…

Il bello di essere solo una scribacchina e non una scrittrice è che ti puoi prendere delle libertà rispetto a come parli di quello che scrivi, dal momento che non lo devi vendere a nessuno. Una delle libertà che mi prendo io ad esempio è quello di ribadire che il terzo racconto è la mia parte preferita della Creatura, per un'infinità di motivi. Uno di questi motivi è che è prevista la morte di uno dei personaggi “fissi” della saga e per me la morte di un personaggio tra i “buoni” è una novità… e mi gasa un sacco!
Un altro di questi motivi è Liam.
Un anno e mezzo fa, qualche mese prima che cominciassi a scrivere la Creatura, c'era in cantiere una storia sui vampiri. Feci le cose per bene, con un impegno maniacale. Feci ricerche sulla Roma del '700 e sull'Inghilterra dell'800 dove erano ambientate due parti della storia, poi andai a Venezia per un sopralluogo alla ricerca dei posti dove sarebbe stata ambientata la parte principale della storia, che si svolgeva ai giorni nostri… tornai da Venezia con quintali di appunti e fotografie, e il giorno  dopo stavo per sistemare la “documentazione” quando mi arrivò una telefonata. Mia nonna se n'era andata, dovevo andare a salutarla.
Partii, restai via alcuni giorni e anche quando tornai la testa era altrove, troppo lontana.
Gli appunti e tutto il materiale per la storia sui vampiri sono ancora da qualche parte e penso sia una storia decente e non è detto che un giorno non la riprenderò in mano. Di quella storia sono rimaste due cose… una è quello che nella Creatura Alex chiama l'Ordine, i cui casini saranno poi più o meno il motore dei vari racconti, un'altra cosa è Liam, che doveva essere il protagonista della mia storia di vampiri. Liam è il MIO vampiro, e io sogno vampiri da quando avevo otto anni.
Non c'è entrato per forza nella Creatura, all'inizio era prevista solo una sua breve comparsata (due pagine o anche meno) che serviva per una riflessione che ritenevo importantissimo che Alex facesse, del resto il terzo racconto non è una storia di vampiri, nessun racconto della Creatura è una storia di vampiri (non che i licantropi siano più originali con i tempi che corrono, comunque). Poi invece mi è servito per tutta la storia… appunto, non è che ce l'ho messo, mi è proprio stato indispensabile e sono contenta che ci sia e che sia lui perché Liam è uno di quei personaggi di cui mi diverte scrivere… non lo amo quanto amo il co-protagonista number1 della Creatura, perché non sono fedifraga, sono capace di amare un solo soggetto alla volta… però a Liam voglio un gran bene, già solo perché è un vampiro (il MIO). E non me ne frega se è bello e attraente come tutti i vampiri da cliché romanzesco moderno… se vi può consolare, non c'è nessuna donzella umana in difficoltà della quale si innamorerà perdutamente e alla quale salverà la vita.
A proposito… è stato sollevato il problema: ma prima o poi qualcuno si innamorerà di qualcun altro in questo ammasso di pagine?
Io rilancio la questione: è così indispensabile che qualcuno si innamori di qualcun altro?
Probabilmente sì… nel senso che quando metti insieme un gruppo di persone e fai vivere loro situazioni così “particolari” (come sono più o meno tutte le situazioni raccontate nelle storie di fantasia… particolari, ognuna a modo suo) è quasi “logico” che almeno tra due o più persone nasca qualcosa di profondo. Ma visto che il momento per lo scatto del qualcosa è ancora parecchio lontano nei miei racconti, per adesso non voglio pensarci perché è una cosa per cui potrei farmela addosso…

Missione terzo capitolo: conclusa

Curioso come a volte le cose arrivino quando uno meno se lo aspetta.
Ce l'ho! CE L'HO!
Sto parlando del terzo capitolo del terzo racconto, quello cancellato e riscritto almeno sette o otto volte, quello che da mesi aveva bloccato tutto (ok, mi è anche mancato il tempo, ma quel capitolo che non voleva saperne di "farsi scrivere" non è che ha giovato ai lavori).
Il fatto che sia arrivato così per caso, quando nemmeno ci stavo pensando, mi fa sorridere, non sono di quelli a cui le "buone idee" vengono all'improvviso, meno che mai in campo scrittorio. Ieri sera ho aperto il file della Creatura per caso, giusto per ricordarmi che faccia avesse e, senza particolare convinzione, mi sono decisa a fare l'ennesimo tentativo di scrivere un certo dialogo fatidico. Battevo le zampette sulla tastiera abbastanza alla cieca, ma alla fine è venuto fuori, contro ogni previsione. Assai più breve e immediato di quanto avevo immaginato. Assai diverso dai dialoghi soliti tra quei due personaggi. Assai… assai più “normale” e “verosimile”.  
Stavo aspettando la risposta a una domanda che continuavo a pormi da quando buttai giù la scaletta dei capitoli di quel racconto, quasi un anno fa, e non mi ero accorta che quella domanda era sbagliata. Mi chiedevo “e adesso questi due come la risolvono?”, cioè ero davvero convinta che perché la storia andasse avanti andavano chiarite in quel dialogo le questioni che Alex e uno degli altri protagonisti avevano lasciato in sospeso alla fine del secondo racconto… e invece no! E invece ho capito che non è con quel dialogo che la cosa va risolta, che lui (e lui è uno di quei personaggi che mi snobba altamente, mi snobba in quanto autrice della storia, intendo… e nonostante ciò io lo amo alla follia… e soprattutto adoro sentirlo parlare) non ha alcuna intenzione di risolvere quelle faccende. Ieri sera ero lì che guardavo lo schermo scuotendo la testa e dicevo “e certo che non vuole! Perché dovrebbe? Che gliene frega a lui?”. E lei lo odierà per questo, ma non fa niente… anzi meglio così, tanto tanto meglio così!
E adesso mi aspettano una manciata di capitoli veramente veramente noiosi da scrivere prima dell'avvento di un altro mio personaggio (“riciclato” da un mio vecchissimo racconto sui vampiri) che amo quasi quanto quel protagonista della Creatura. Di quel mio vecchio personaggio prima o poi vi racconterò.   
Eh già… forse non dovrei dirlo, ma il terzo racconto rimane tra i quattro attualmente in lista il mio preferito!

E la Creatura è tornata a fare la figlioletta adorata. E tra sei giorni finiscono gli esami. E, Creatura a parte, scribacchio molto ultimamente, in modalità random su fogli sparsi o su qualsiasi cosa che mi capiti a tiro. E leggo pochino. E, nel complesso, il mio status mentis può essere egregiamente riassunto dall'ULTIMA VIGNETTA di quel genio di Eriadan.
Buon finesettimana, blog!

Lagne di una scrivente nel pantano

C'è un ostacolo bello grosso contro il quale la mia fantasia continua a impattare e non sono sicura che quel muro si romperà a forza di testate. E alle volte penso che nemmeno usare la testa in un altro senso serva a molto…
Siamo sempre qui, io e il terzo capitolo del terzo racconto a guardarci in faccia come pistoleri prima di un duello.
Ieri sera l'ho riscritto per la quinta volta (o era la sesta?), ogni volta mi sembra un po' meglio, ma ancora non va.
Sono di quelli che prendono con le pinze il precetto “scrivi solo di ciò che conosci”, nel senso che non ho mai pensato che fosse una cosa da prendere alla lettera. Ho sempre pensato che sì, in una storia ci deve essere un punto di ancoraggio, qualcosa o qualcuno che si conosce bene e che aiuti a tenere insieme i pezzi e, come ho detto più volte, per me questo qualcosa è Alex.
E fin qui ci siamo.
Ci siamo nel senso che la Creatura è piena di cose che non conosco e Alex serve a livellare un po' questi “divari cognitivi”. Me lo ripeto tutte le volte che mi pento di aver scritto i racconti in prima persona con lei come voce narrante.
Ma adesso la cosa si è fatta complicata, come è giusto che sia. Certo, terzo racconto, i legami tra i personaggi ormai sono stabiliti, so bene com'è fatto Tizio e come ragiona Caio e cosa ci possiamo aspettare da Sempronio. Ora tutto è deciso, è stabilito, è scoperto. Ora c'è solo da mandare avanti la storia. Ma…
Mi sa che sono andata un tantino oltre, mi sa che il precetto “scrivi solo di ciò che conosci” l'ho abbondantemente accantonato e non me ne ero accorta. Il secondo racconto non si conclude in maniera idilliaca, mi sembrava una buona cosa riuscire, contro ogni previsione, a rendere negativo il personaggio di cui sono palesemente innamorata. Ma ora ho un bel problema: ora ho il terzo capitolo del terzo racconto, ora lui e Alex devono risolverla. Risolverla senza che lei sembri un'ingenua che gli perdona tutto e senza che lui sembri schizofrenico…
E il modo di risolverla non solo è una cosa che non conosco, ma non è neppure lontanamente immaginabile.
Perdona lo sfogo, Blog, ma di solito quando parlo a voce di certe cose sembro una pazza… da qualche parte dovevo pur parlarne!
Ok, torno a studiare fondamenti di marketing, che forse è meglio…